Nuova sede della Galleria Nazionale delle Marche a Palazzo Ducale a Urbino

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di Redazione Cultura

A completamento di una vasta operazione di ampliamento e razionalizzazione degli spazi museali della Galleria Nazionale delle Marche che ha sede a Palazzo Ducale a Urbino (che ha visto l’apertura delle prime sei nuove sale all’inizio di aprile e l’inaugurazione della mostra “Federico da Montefeltro e Francesco di Giorgio: Urbino crocevia delle arti” il 23 giugno scorso), il prossimo 14 luglio – alla presenza del Direttore Generale dei musei statali, Massimo Osanna e del Direttore della Galleria Nazionale delle Marche, Luigi Gallo – alle ore 17.30 sarà inaugurata l’ala occidentale del secondo piano, con 8 sale dedicate alla pittura dal Cinquecento al Settecento, al paesaggio, al ritratto, al pontificato Albani e alla Collezione Volponi. Con questa apertura si concluderà la musealizzazione del piano superiore dello storico edificio urbinate, permettendo al museo marchigiano di ospitare quasi 100 opere in più rispetto a prima.

La musealizzazione di questi spazi è stata resa necessaria dall’incremento delle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche e, in particolare, dal deposito della ricca collezione della Cassa di Risparmio di Pesaro. Quest’ultima consta di circa 200 dipinti, che spaziano dal Quattrocento all’età contemporanea, tutti di ambito marchigiano, e circa 200 ceramiche la cui produzione – dal Quattrocento in poi – rappresenta un’eccellenza della zona.

Il grosso della collezione della Cassa di Risparmi di Pesaro, vede opere del Sei e Settecento, di ambito marchigiano quindi costituisce un’integrazione indispensabile alla narrazione dell’arte marchigiana ben rappresentata per i secoli XV e XVI dalla collezione permanente della Galleria Nazionale delle Marche.

I locali del secondo piano del del Palazzo sono il risultato di un’addizione architettonica già iniziata dai Montefeltro nell’ala orientale e meridionale dell’edificio e portata poi a compimento dai Della Rovere. Per volontà di Guidubaldo II (1514-1574) alla metà del XVI secolo fu completato e decorato tutto il piano, con la sopraelevazione delle terrazze merlate del ‘400, ad opera di Bartolomeo Genga e Filippo Terzi.

Negli anni Sessanta in particolare fu poi recuperato e ammodernato il cosiddetto “appartamento roveresco”, in corrispondenza delle sottostanti Sale della Jole.

Non sempre conservata come in origine, la decorazione di questi ambienti, opera dello scultore Federico Brandani (1525-1575), si mostra molto simile a quella dell’Appartamento degli Ospiti del piano nobile. Le porte delle stanze sono sormontate da grandi decorazioni in stucco caratterizzate da imponenti emblemi rovereschi. Nella seconda sala sopra il grande camino, posto di fronte all’ingresso per colpire la vista del visitatore, si trova il simbolo araldico delle Tre mete, molto diffuso nella decorazione plastica di tutto il piano. Sotto l’emblema, collocato sopra un piedistallo a volute su cui sono appoggiati due formosi putti, si legge il motto Filaretotato (amantissimo delle virtù), che allude alle qualità morali del committente Guidubaldo II.

Nella Galleria che si affaccia sul Cortile del Pasquino, le cui mura mostrano ancora i segni dei merli originari, è stata rinvenuta in tempi recenti una decorazione a grottesche, riferibile sempre al tempo di Guidubaldo II.

Da segnalare due particolarità: in una delle pareti di fondo della Galleria è dipinta una delle più antiche vedute della città di Urbino, mentre nella muratura di una delle sale adiacenti si notano le grandi canne fumarie cilindriche, una volta svettanti sul tetto, inglobate nel paramento murario durante le fasi di ristrutturazione promosse da Guidubaldo II.

L’ala orientale del secondo piano, corrispondente all’appartamento roveresco, era già stata musealizzata e ospitava le opere del tardo Cinquecento – con l’importante nucleo di opere di Federico Barocci – e del Seicento. La galleria verso il Giardino del Pasquino ed alcuni ambienti attigui, erano destinati all’esposizione delle ceramiche e di parte della grafica. Altri spazi, sempre sul lato orientale, ospitano gli uffici della Direzione della Galleria Nazionale delle Marche e della Direzione Regionale Musei delle Marche.

Il braccio occidentale invece, era stato parzialmente recuperato per adattarlo ad uffici della soprintendenza, lavoro che non venne concluso visto il trasferimento di questa ad Ancona. Questa parte del palazzo non era stata ancora utilizzata perché restava occupata, fino alla fine degli anni Ottanta, dalla Scuola del Libro che condivideva, con la Galleria Nazionale delle Marche, l’utilizzo del Palazzo Ducale. Altri ambienti didattici erano ricavati al piano terra e nelle sale soprastanti l’Appartamento della Duchessa.

Questi spazi presentano, in parte, un apparato decorativo più recente, risalente al XVIII e XIX secolo quando, in questi ambienti, erano collocati degli uffici pubblici legati alle funzioni della delegazione pontificia che aveva preso residenza nel palazzo.

 

 

(6 luglio 20229

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