di Daniele Santi
Le impresentabili destre che ve la raccontano anche questa volta (e ci cascherete di nuovo) raccontano di tutto e di più affinché vi dimentichiate, oh Italiani di corta memoria e lunghissime lingue, che loro, quelle destre lì, hanno compattamente votato in Italia e in Europa contro il PNRR.
Non deve quindi stupire che Meloni d’Italia, con tutti gatti miao, stia rivoluzionando il programma per rinegoziare le condizioni del PNRR a Bruxelles secondo un programma impossibile che isolerà il nostro paese dalla comunità internazionale, aumentando quindi il malcontento sociale dal quale malcontento le destre sovraniste che vogliono l’Italia a destra di Orbàn e più vicine a Putin trarranno sostegno per presentare riforme create per il popolo e arrivare al presidenzialismo alla turca alimentato da malcontento, disinformazione, disagio sociale e vari razzismi.
Donna Meloni dell’io parlo le lingue e come me nessuna si è lanciata sull’idea meravigliosa di rinegoziare con l’Europa il piano quinquennale di finanziamenti smontando alcuni investimenti, puntando sulle infrastrutture e fregandosene della questione energetica (chissà se qualcuno sta già dialogando oltre Urali) con il rischio di dire ciao ciao alla prossima rata da 20 miliardi. Tanto loro lo stipendio ce l’avranno lo stesso e la vostra borsa della spesa non è la loro (non vi arrabbiare, stiamo ripetendo passo passo il linguaggio delle destre, se lo trovate sgradevole leggendolo qualcosa che non va deve pur esserci…); Meloni si lancia quindi sulla “revisione del Pnrr in funzione delle mutate condizioni, necessità e priorità”. Quali sono le condizioni mutate? Quali le necessità e priorità? Meloni non lo dice. Salvini è impegnato con il suo egopatico credo e Berlusconi con il milioni di alberi da metterci da qualche parte. Figuratevi se c’è tempo per spiegazioni sensate.
Al di là delle preoccupazioni di Gelmini – della quale ci bastano le distruzioni dell’Università operate nel corso della sua troppo lunga carriera politica, con tanti complimenti a Calenda per averla tenuta in vita – la scelta c’è. Sta nelle urne. E nella buona memoria, sapendo che che loro, quelle destre lì, hanno compattamente votato in Italia e in Europa contro il PNRR. Perché hanno a cuore l’Italia.
(15 agosto 2022)
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