di Daniele Santi
Dopo la decisione di “candidare” la nobile figura istituzionale di Silvio Berlusconi, non paghi di avere candidato personaggi del calibro di Michetti o Bernardo per le due prime città d’Italia, elezioni puntualmente perse, circa 72 ore dopo hanno cambiato idea. Il leader leghista ha infatti rivelato di avere “una candidatura convincente per molti, se non per tutti”. E Meloni ha gridato: “Si decide insieme”. Non ha detto “cosa”.
Facciamo due conti: sia Letta che Renzi hanno fatto notare, il primo sommessamente il secondo meno, che non ci sono schieramenti in parlamento in grado di eleggere il presidente della Repubblica da soli; contare su quel centinaio di voti del gruppo misto è come contare sul nulla perché se il candidato non è gradito i voti che trovi da un lato li perdi dall’altro. In più stanno cominciando a circolare altri nomi, tutti trombabilissimi, ovviamente in senso politico. Dunque, essendo il prescelto il primo tra i trombabilissimi, le Destre sono già molto oltre Berlusconi perché loro sono “avAnti”, addirittura così avanti da essere avanti a loro stesse: un’idea sull’altra e un’altra idea sull’altra con un unico obbiettivo: vincere, vincere, vincere. Considerando che ultimamente non è che gli abbia detto bene si capisce la fregola, ma finché in questo paese non si tornerà a ragionare del futuro della gente anziché della vittoria sulla gente per la poltrona non ci saranno grandi speranze.
Nel frattempo aspettiamo la nuova proposta di Salvini “convincente per molti, se non per tutti. Nel frattempo tutta l’Italia parla di Berlusconi e chi l’ha messo in mezzo già non ne vuole parlare più.
(18 gennaio 2022)
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