di Giovanna Di Rosa, #DDLZan
Che sia stato Fedez a cantarle chiare e forti alla politica omofoba e razzista, che sia stato Fedez a doversi mettere a gridare nei denti ai dirigenti RAI di che pasta sono fatti, la dice lunga sulla politica che quest’Italia si è scelta, con la scelta di votare chi gridava più forte e prometteva miracoli, senza pensare a chi avrebbero messo in posti di potere come censori, non dichiarati certo, anzi. Non censori, ci correggiamo, controllori.
La Rai smentisce la censura.
Ecco la telefonata intercorsa ieri sera dove la vice direttrice di Rai 3 Ilaria capitani insieme ai suoi collaboratori mi esortano ad “adeguarmi ad un SISTEMA” dicendo che sul palco non posso fare nomi e cognomi pic.twitter.com/gu14BxM3G6— Fedez (@Fedez) May 1, 2021
Nella faccenda c’è tutto il gran merito del bravo Fedez, che è riuscito a mettere in piazza tutte le contraddizioni di una RAI che dice una cosa e ne fa un’altra e che, nel video che pubblichiamo in alto – ha l’unico difetto di avere alcuni tagli, lo avremmo preferito integrale – dimostra come la buona politica che questo paese che vota con la pancia ha sistemato sulle poltrone parlamentari dietro promesse mai realizzate, sia riuscita nella creazione di un RAI asservita ed incoerente; di come proprio quei politici che questa RAI l’hanno costruita oggi applaudano a Fedez come ad un eroe, quando questo eroe ha semplicemente fatto ciò che avrebbero dovuto fare loro; loro che domani lo massacreranno politicamente parlando, quando questa storia non tirerà più.
Insomma chapeau a Fedez (scusami Federico, a me la tua musica non piace e continuerò a non ascoltarla) perché ha scoperchiato, ma solo per coloro che non volevano vederla, con arguzia immensa e nel posto giusto al momento giusto, un pentolone di pregiudizi, odi, rancori, poteri, equilibri, dittatorucoli, civil servants, servi della gleba, colletti bianchi al servizio del potere, cavalieri serventi e madamigelle di corte, che doveva rimanere coperto.
Non è pensabile immaginare che qualcuno non gliela faccia pagare. Magari proprio dopo l’approvazione della Legge Zan. Che poi la RAI smentisca la censura fa parte del gioco del gettare il sasso e nascondere la mano. Lo si pratica, il gradevole gioco, da tempo. Ma se si smentisce la censura mentre la telefonata intercorsa tra artista e direzione fa il giro del web, testimoniando il contrario, allora siamo al circo.
(2 maggio 2021)
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