di Giovanna Di Rosa, #politica
Dopo la vicenda di Vicenza con le raccapriccianti dichiarazioni del consigliere di Fratelli d’Italia Naclerio, Meloni e il suo partito oscurantista continuano la loro battaglia integralista che riconsegni l’Italia al Medio Evo attaccando la serie televisiva “Sex Education”, perché di questo ha bisogno l’Italia: di una leader d’opposizione che attacchi una serie su Netflix che la vedi se la paghi e se vuoi vederla.
Una genialata. L’ennesima, oseremmo dire.
Sotto attacco non solo la serie, ma anche alcuni manifesti pubblicitari ritenuti troppo espliciti che muovo la pruderie e il bigottismo baciapilista di sparuti gruppi di cittadini che costituiscono per, pur sempre, una base elettorale. E volete che un partito che guarda solo al sondaggio di stasera possa perdere l’occasione per una polemica, l’ennesima, che non porta nulla al paese? Naturalmente no.
Del resto Meloni poco ci ha fatto mancare in questi giorni: a partire dal capolavoro “Io urlo più di voi” con cui ha ritenuto di avere liquidato contestatori che la stavano insultato, provenienti dal suo partito, che si devono essere stancati della leader assoluta che sta all’opposizione, ma non è all’altezza di fare nemmeno quella, se non gridando. Programmi? Sempre meno. Ora la priorità è la guerra a “Sex Education”. Domani sarà qualcosa di nuovo.
(25 settembre 2021)
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