di Giovanna Di Rosa
Mentre tutto l’arco costituzionale, Meloni inclusa, con alla testa il presidente Draghi che sottolinea l’assalto di Putin all’Ucraina con parole durissime – “Violazione inaccettabile” – dalla Lega di Salvini si alza la voce solitaria e sempre più sola del leader che non ne azzecca una, che si sofferma sulla sua contrarietà alle sanzioni alla Russia sottolineando che faranno male all’Italia. Un guerra globale innescata da un leader illiberale che da almeno due decenni punta a destabilizzare l’Europa invece non fa male a nessuno.
E’ nota del resto la fascinazione che la Russia, o forse i denari russi, sottolineano i maligni, esercita sul partito del leader leghista; noti i frequenti contatti tra la Russia di Putin e certi vertici leghisti affascinati dalla lingua cirillica parlata da Vladimir l’onnipotente e gli accordi politici stipulati (per iscritto) tra il partito dello Zar e la Lega di Salvini con impegni di quest’ultima a tenere informata Nuova Russia sulla politica italiana.
Salvini che è diverso, almeno lui nell’universo, a condannare l’invasione dell’Ucraina e l’annessione di una provincia sovrana, per quanto dissidente per induzione, non ci pensa nemmeno. Lui, non potendosi schierare chiaramente dalla parte del capo supremo del Cremlino sceglie di criticare le sanzioni che hanno appena iniziato la loro opera di dissuasione. E’ vero che tutti ne avremo qualche danno, ma un conflitto ad ampio raggio di cui non si conosce la portata, ma di cui si conoscono benissimo le armi, sarebbe assai peggio. Salvini nemmeno questi dice.
(22 febbraio 2022)
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