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Fratelli d’Italia straparla: “L’amministrazione comunista [sic] di Perugia giustifica i crimini del comunismo!”

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L’opposizione di destra che ha perso Perugia non l’ha presa bene allora e oggi ancor meno dal gruppo di Fratelli d’Italia che accusa la Sindaca Ferdinandi ai vere posto un no alla “delibera che intendevano ampliare il novero delle cause di diniego dell’uso delle sale comunali, inserendo il divieto di propaganda e difesa dei regimi comunisti e totalitari”.

“Prendiamo atto” si indispettisce il partito di Meloni “che, a dispetto dei roboanti proclami” la Sindaca Ferdinandi e l’amministrazione di Perugia “il regime comunista, le sue persecuzioni, i suoi morti, le sue ideologie totalitarie e sanguinarie e la scia di distruzione che ha lasciato in Europa e nel resto del mondo sono un patrimonio da preservare e
sponsorizzare”.

La Sindaca risponde: “Credevamo di poter condividere con la minoranza un atto di civiltà democratica che riafferma un principio base sancito dalla nostra costituzione. Nessuna norma liberticida è stata approvata, al contrario, il nuovo regolamento sulla concessione delle sale comunali,  riafferma e attualizza ciò che la nostra carta costituzione prevede, ovvero, che non ci può essere spazio per chi fa apologia del fascismo, del nazismo e dell’antisemitismo. Spostare il dibattito sul giudizio politico su fascismo e comunismo, come ha tentato di fare la minoranza, oltre ad essere che al limite dell’anacronistico storico, non ha nulla a che vedere con ciò che è stato applicato, ovvero, semplicemente la legge. Le sale comunali non saranno più concesse a chi si ispira e mette in pratica comportamenti vietati dalle leggi Scelba e Mancino e non sulla base delle proprie opinioni politiche. Dopo aver condiviso la condanna unanime verso tutti i regimi totalitari e contro ogni violenza, avremmo auspicato che tutto il consiglio comunale potesse uscire con una sola voce rimarcando che le istituzioni comunali non possono essere violate da chi non riconosce ciò che sta alla base della nostra costituzione, che è nata dalla resistenza antifascista. Non comprendiamo l’imbarazzo e la presa di distanza delle forze dell’opposizione  rispetto al voler al sanare un vulnus regolamentare, che, anche di recente, non ha permesso di avere gli strumenti idonei a difendere a dovere l’onorabilità degli spazi pubblici da quanti non riconoscono questi principi costituzionali e democratici”.

La notizia, comunque la si legga, si commenta da sé.

 

 

(10 febbraio 2025)

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